Marion – Sessismo per Dormire

Ho rimandato, rimandato e rimandato, ma finalmente mi sono decisa a scrivere sulle comunicazioni di quest’azienda. Mettetevi comodi e comode (possibilmente in intimo, per onorare l’occasione) e guardiamo insieme uno dei video pubblicitari di Marion.

Un uomo (Alessandro Greco) e una donna (Stefania Orlando) salutano caramente i loro cari amici per poi procedere con la presentazione dell’offerta Marion Platinum Collection. E ora fate ciao ciao a una giovane donna in intimo accoccolata a prendere il sole su un materasso posizionato in giardino. Poi stacco in studio, lattice, doghe, ritorno alla donna in intimo su materasso da giardino presso piscina, ancora studio, active care, ammortizzatore, set notte, giovane in costume (o forse lingerie, ma cambia poco) che esce da piscina per avvicinarsi al materasso collocato proprio lì. Chiamate ora, consulente, giovane donna mezza nuda che si diletta con il materasso, sempre lei che ci guarda sorridente, CHIAMATE VI PREGO PER CARITÀ MARION SOLUZIONI PER DORMIRE!1! Parliamone.

L’azienda di cui parliamo, Marion, si occupa della produzione e vendita di materassi in lattice. La messa in onda dei video promozionali dell’azienda è estremamente frequente e riguarda qualsiasi fascia oraria (ho sempre avuto a sfortuna di trovarmele dinanzi a ora di pranzo – unico momento in cui guardo la TV). A scadenze regolari, spuntano video nuovi sulla stessa identica linea di quello che avete appena visto. Cambia l’offerta (almeno credo, ma non ci giurerei) e a volte cambiano ambientazione, modelle e abbigliamento delle modelle (quasi sempre in lingerie o costume, ma le ho viste rotolarsi sinuosamente sui materassi anche in comuni abiti da giorno).

Marion
“Hmm, che goduria, ‘sto materasso. Vi garba l’intimo vedo-non-vedo? Trasparente sì o trasparente no? Dai, che se guardate con abbastanza impegno magari si vede un capezzolo.”.

Quello che resta sempre uguale è l’evidente, per nulla nascosto e per nulla subdolo (elemento che trasmette il messaggio che non vi sia nulla di discutibile, che sia tutto in perfetta regola) taglio erotico delle pubblicità. Per quanto Orlando e Greco parlino di doghe e lattice, e per quanto convinti possano essere nel farlo, salvo avere gli occhi puntati altrove, è impossibile che l’attenzione non cada sulle modelle che praticamente amoreggiano con i materassi, assurdamente collocati nelle ambientazioni più disparate.

Le donne si strusciano, si rotolano, accarezzano, ammiccano alla telecamera, assumono espressioni sensuali con gli occhi chiusi, e posizioni innaturali finalizzate a enfatizzare la sensualità che, dei loro corpi, si vuole trasmettere. Le telecamere si assicurano di mostrarci i seni e i sederi, così che possiamo godere a 360 gradi di ciò che stanno servendoci a livello comunicativo. In pratica, Marion vuole convincere all’acquisto di materassi con messaggi promozionali costituiti da un continuo intervallarsi di effettivi tentativi di promozione e brevi filmini erotici.

Marion
“Ciao, questa è una pubblicità di materassi. No, veramente. E io vi risalgo dalla piscina con passo sensuale, a mo’ di femme fatale di film americano di serie B. Presente quali? Sì? CHIAMATE!!!11!!!

Di scusante non ce n’è neppure mezza. Di ragione valida ed eticamente giustificabile che possa avvalorare la presenza di queste giovani donne nella modalità in cui sono presentate, in uno spot che dovrebbe essere volto a comunicare i benefici, la comodità e la desiderabilità del prodotto “materasso” non ce n’è neppure mezza. Certo, a meno che non si voglia lasciare intendere che queste giovani sessualizzate siano parte della promozione. È quello che si vuole?

Marion
“Ciao. Non è splendido questo materasso? Non pensate sia morbidissimo? Non trovate che le doghe siamo spettacolari? E guardate la trama moderna! Eddai, chiamate! *occhiolino*”

Aspettate! Sento qualcuno dal gregge che grida che il sesso vende. Ma no, il sesso non vende – lo diciamo sia io che la Signora Scienza. Può sì attirare l’attenzione (e la misura in cui lo fa è difficilmente del tutto sconnessa dall’interazione tra stigmatizzazione e glorificazione contemporanee e costanti cui l’argomento è sottoposto1) ma è un’attenzione che resta fine a sé stessa. Se qualcuno resta colpito – eccitato – alla vista di queste pubblicità, insomma, non alzerà la cornetta perché Marion l’aspetta ma, se ne ha tempo, voglia e possibilità, si dedicherà allegramente (almeno così mi auguro, per lui o lei) all’autoerotismo.

Marion Italia
Immagini erotiche casuali anche sul sito web. Di sicuro l’azienda non manca di coerenza.

Se l’intenzione è quella di comunicare il valore del prodotto pubblicizzato, mettiamole pure queste persone sul materasso, ma che siano persone e non corpi mercificati; persone e non oggetti sessuali2. Come? Ma è semplicissimo, con i rivoluzionari 3 Step di Occhio allo Spot – gratis solo per oggi (di quegli oggi che sono tutti i giorni, come nelle migliori televendite).
Per prima cosa sarebbe una buona idea collocare i materassi in luoghi che consentano di contestualizzarli per la loro funzione (scioccante, lo so, ma non si tratta di giardini e piscine). In secondo luogo, sarebbe ideale che le persone scelte fossero abbigliate com’è solito che si abbiglino gli esseri umani quando si distendono su un materasso. C’è anche chi dorme nudo/a o in intimo, ma la gran parte delle persone dorme in pigiama (e sicuramente non truccata come le modelle dei video). In ultimo, sarebbe il caso di diversificare il tipo di persone incluse. Non solo giovani donne, ma uomini e donne di ogni età. Oltre a rimuovere il contorno di sessismo e sessualizzazione del tutto inappropriato (che è la questione prioritaria), tutti questi elementi contribuirebbero a comunicare familiarità, vicinanza e realismo a spettatrici e spettatori – e a far sì che non mi venga voglia di cambiare canale ogni volta che parte la pubblicità Marion.

Marion Facebook
L’immagine di copertina della pagina Facebook di Marion. Chiunque, guardandola, penserebbe che sia l’immagine promozionale di un materasso, no? Sicuramente solo a me pare nient’altro che l’immagine di una giovanissima donna volutamente sessualizzata. Sicuramente. Sarà un fraintendimento (alle aziende piace tanto dirlo, per giustificarsi).

Nella speranza di assistere a modifiche positive e progressiste nelle scelte comunicative di Marion, per il momento mi tocca affibbiare una sonorissima bocciatura per questi spot che si avvalgono del corpo femminile, oggettivato e sessualizzato, per promuovere un prodotto privo di pertinenza con quanto volutamente trasmesso dalle immagini. Se volete dire la vostra a Marion, vi invito a cliccare sui link in basso.

Alla prossima e, mi raccomando, occhio agli spot.


SEGNALAZIONE E COMMENTO


1 Con ciò intendo suggerire che se vivessimo in un contesto culturale in cui sesso e sessualità sono comunicati diversamente in ogni fase della vita (nonché un contesto culturale che non soggettivizza le donne), è del tutto possibile che il sesso attirerebbe una misura considerevolmente minore di attenzione. Per dirla ancora in altre parole: l’educazione attuale fa in modo che si dedichi al sesso più attenzione (sia essa positiva o negativa) di quella che normalmente vi si dedicherebbe. 

2 Appunto forse superfluo, ma sapete che mi piace fare appunti per scrupolo. Ovviamente queste donne sono esseri umani in tutto e per tutto, a prescindere da come quest’azienda ha deciso di mostrarle, ma la qualità in cui sono rappresentate non è quella di essere umani, bensì quella di oggetti sessuali. Sono lì esclusivamente per risultare sensuali.

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